Home Prestazioni a sostegno del reddito Assistenza ai disabili Congedo straordinario Estensione del diritto al congedo straordinario ai figli del disabile in situazione di gravità non conviventi al momento della presentazione della domanda di congedo
-
Certificazione provvisoria
-
Compatibilità del congedo con altri permessi
-
Comprovazione dello stato di inabilità totale
-
Concessione agli uniti civilmente
-
Concetto di convivenza
-
Congedo straordinario
-
Congedo straordinario nei sessanta giorni precedenti il parto
-
Coniuge convivente
-
Continuità dell'assistenza
-
Contribuzione figurativa
-
Criteri di computo del rateo della tredicesima e della quattordicesima mensilità nel calcolo dell’indennità per il congedo straordinario
-
Criteri di concedibilità
-
Decorrenza
-
Domanda e documentazione
-
Durata della prestazione
-
Esclusività dell'assistenza
-
Estensione del diritto al congedo straordinario ai figli del disabile in situazione di gravità non conviventi al momento della presentazione della domanda di congedo
-
Figlio convivente
-
Fratelli o sorelle
-
Frazionabilità
-
Genitori naturali, adottivi o affidatatri
-
Misura della prestazione
-
Modalità di corresponsione dell'indennità
-
Parente o affine entro il terzo grado convivente
-
Prescrizione
-
Revisione dei verbali di accertamento dell'inabilità in situazione di gravità
-
Soggetti ai quali non spetta
-
Soggetti aventi diritto
-
Unioni civili
- Dettagli
- Visite: 3654
Congedo straordinario
Estensione del diritto al congedo straordinario ai figli del disabile in situazione di gravità non conviventi al momento della presentazione della domanda di congedo
(circ.49/2019)
L’articolo 42, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, stabilisce la concessione del congedo straordinario per l’assistenza a familiari con disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, fissando un ordine di priorità dei soggetti aventi diritto al beneficio che, partendo dal coniuge, degrada fino ai parenti e affini di terzo grado.
La norma, nel fissare tale ordine di priorità, indica espressamente anche i soggetti, tra cui il figlio del familiare da assistere, per i quali la convivenza con il disabile è requisito essenziale per rientrare tra i potenziali beneficiari del congedo in esame.
La sentenza della Corte Costituzionale n. 232/2018 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 42, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 “nella parte in cui non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo ivi previsto, e alle condizioni stabilite dalla legge, il figlio che, al momento della presentazione della richiesta del congedo, ancora non conviva con il genitore in situazione di disabilità grave, ma che tale convivenza successivamente instauri, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente, del padre e della madre, anche adottivi, dei figli conviventi, dei fratelli e delle sorelle conviventi, dei parenti o affini entro il terzo grado conviventi, legittimati a richiedere il beneficio in via prioritaria secondo l’ordine determinato dalla legge”.